
14/08/2019 - Veglia dell'Assunta a piazza Asti
Per il 2° anno ripropongo alla Parrocchia la “VEGLIA DELL’ASSUNTA”, anche se siamo nel cuore dell’estate e delle vacanze, ma la fede come sappiamo non va in vacanza, e una grande solennità che è la festa più grande di Maria, la sua Pasqua, impone questo impegno di valorizzarla. Purtroppo il fatto che nel nostro emisfero tale solennità cada nel bel mezzo delle vacanze estive, fa di essa una celebrazione non molto approfondita. La Veglia dell’Assunta che ripropongo e che culmina nella celebrazione vigiliare della Messa dell’Assunzione, è l’antica veglia romana dell’Assunta che da decenni è stata ripristinata nella Basilica di S. Maria Maggiore e in quella di S. Maria in Via Lata in Roma. La Veglia si apre, come nel Sabato Santo, con un Lucernario (il cero pasquale è già acceso e ad esso si accendono i lumi dei fedeli) e col Preconio della Festa. Ci si ritrova sul sagrato da cui in processione il cero pasquale è portato in chiesa ed intronizzato accanto all’immagine dell’Assunta. E’ la Pasqua di Cristo che si compie in Maria, come cantiamo anche nel salmo della solennità: “Risplende la Regina Signore alla tua destra”! La Veglia poi si prolunga con l’Ufficio delle letture del rito romano (se si vuole) e culmina di certo con la Messa della vigilia. La Veglia è presieduta quest'anno dal P. Generale e concelebrata da alcuni confratelli. Al termine della Veglia con i parrocchiani sul sagrato ci scambieremo gli auguri e prenderemo un gelato insieme. Mi auguro che questa tradizione mariana inaugurata anche nella nostra Parrocchia, secondo l’esempio di S. Annibale che ci ha insegnato ad amare Maria sopra ogni cosa, renda più solenne e più intensamente partecipata la Festa della Vergine Assunta in cielo, «segno di consolazione e di sicura speranza».
Aggiungo qualche nota storica della Veglia scritta dal mariologo Ermanno Toniolo, osm, e in allegato il testo della celebrazione. P.Pasquale Albisinni, Parroco
“Questa tradizione è nata per solennizzare con una Veglia prolungata l’Assunzione della Vergine al cielo, secondo le consolidate tradizioni dell’Oriente e dell’Occidente, ad immagine della Veglia pasquale. Dal tempo di Papa Sergio I (687-701) che la introdusse a Roma e fino a Pio V (1566) la solennità dell’Assunta si celebrava a Roma con una processione stazionale che, partendo da Sant’Adriano al Foro, percorreva le vie della Città per terminare a Santa Maria Maggiore. Erano prescritti il digiuno, la vigilia e un’ottava di festa. Nelle Chiese d’Oriente invece, fin dal tempo del Concilio di Efeso (431), la solennità del Transito o Dormizione di Maria, è la «festa delle feste» della Madre di Dio. Tutte le Chiese orientali considerano la Dormizione di Maria come la più grande festa mariana, e vi si preparano con molti giorni di preghiere e di austeri digiuni. Nella Chiesa bizantina la Dormizione è celebrata come «la Pasqua della Madre di Dio». I quattordici giorni che precedono la Festa sono chiamati «piccola quaresima della Vergine», in analogia con la grande quaresima che conduce alla Pasqua di Cristo. È invalso anzi l’uso, specialmente tra i popoli slavi, di celebrare la Veglia dell’Assunta come la Veglia del Sabato Santo, mettendo così in piena luce l’intimo nesso che unisce la Pasqua di Cristo Capo alla Pasqua del suo mistico Corpo, anticipata in Maria. Un valore storico e insieme altamente simbolico conserva la «tomba» di Maria al Getsemani: tomba vuota, come quella di Cristo, testimone del corpo che vi fu sepolto ma che, risuscitato, fu assunto alla Gloria. La perfetta simmetria tra la Veglia del Sabato Santo e quella dell’Assunta trovò definitiva struttura nel secolo XVIII."
TESTO DELLA CELEBRAZIONE