Tempo di missione

La "2^ missione”, tornata al centro della riflessione, esige dai battezzati l’impegno di gettare un ponte tra l’evangelizzazione e la loro testimonianza, perché, come dice Papa Francesco, “La Chiesa cresce per attrazione, non per proselitismo”. Questo argomento, affrontato nel numero di ottobre della rivista “Rogate ergo”, offre al teologo don Severino Dianich il motivo di invitare gli operatori pastorali a ridefinire il rapporto tra la Chiesa e la sua missione, a motivo di fenomeni crescenti soprattutto in Europa, quali: l’abbandono di molti battezzati dalla pratica religiosa, la diminuzione dei sacerdoti e delle persone consacrate, l’invecchiamento dei missionari ad gentes, l’imponente movimento migratorio. Ma difficilmente una nuova stagione missionaria potrà venire alla luce se alla radice dell’attività pastorale non si pone la missione accompagnata da passione per Gesù Cristo e per la gente. In particolare don Giuseppe Pizzoli, direttore di Missio, ritiene che l’animazione vocazionale in chiave missionaria sia necessaria ad accompagnare i giovani nelle scelte della vita, come per altro lasciano pensare le esperienze di condivisione tra i giovani e i missionari ad gentes che avvengono d’estate. Iin questa stessa direzione vanno le esperienze raccontate dalla rivista, per esempio quella del Cammino Neocatecumenale, che nel periodo pasquale porta l’annuncio del Van-gelo nelle piazze, registrando conversioni e cambiamenti di vita. Succede lo stesso nelle sera-te di evangelizzazione dalla “Gioventù Missionaria”, legata ai Legionari di Cristo, nelle quali alcuni giovani si recano presso i luoghi più frequentati di sera dai loro coetanei per propor-re loro momenti di preghiera. Interessante infine la carrellata di pareri degli esperti su “la missione all’epoca di Papa Francesco,” come pure la risposta che padre Bernardo Cervellera, direttore di AsiaNews, dà in un articolo alla domanda: “C’è posto nei media per la missione?”.
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P. Pasquale Albisinni